Orari di apertura: Lun-Dom 9.00-20.00
I Musei nazionali di Matera ospitano al primo piano le opere delle Collezioni Rizzon, Ridola, Etnografica oltre a delle sale, allestite al piano terra, dedicate a Neolitico, Paleolitico, Preistoria.
PIANO TERRA: Sale Paleolitico – Pleistocene – Neolitico – Preistoria
La collezione racconta l’evoluzione dei tipi umani durante la storia del Paleolitico. Vengono infatti conservati un buon numero di strumenti litici del Paleolitico inferiore (Acheuleano antico) attribuibili all'Homo heidelbergensis, che frequentava i bacini fluvio-lacustri locali sino a circa 150.000-100.000 anni fa. Ma ci sono tracce anche del passaggio dell'uomo di Neanderthal: uno scheletro eccezionalmente conservato è stato rinvenuto a meno di 20km da Matera e questo può dare un volto ai numerosi oggetti in pietra presenti nel Museo. Nel Paleolitico superiore si afferma l’homo sapiens, la cui presenza è attestata dai manufatti rinvenuti in grotte e ripari, come Grotta dei Pipistrelli, Grotta Cicchetti e Grotta dell'Istrice.
A Domenico Ridola dobbiamo la scoperta, a cavallo tra 1800 e 1900, dei principali insediamenti neolitici della Murgia materana. Un indicatore fortemente connotante l'età neolitica è la produzione della ceramica, ottenuta dall'argilla. Si conserva un repertorio articolato di forme che rispondevano a diverse funzioni: consumare, contenere, conservare, cuocere, trasportare. L'esperienza del sacro, intendendo per sacro un sentimento religioso primordiale, nel Neolitico si traduce nelle statuette antropomorfe femminili in terracotta, le quali sembrano alludere alla “Grande Madre”. Le 11 strutture ipogeiche scoperte in contrada Ciccolocane a Matera costituiscono importanti indicatori archeologici dell’organizzazione sociale del tempo. Il ritrovamento si inserisce in un quadro più ampio di occupazione del territorio da parte di comunità umane, tra le più antiche dell'Italia meridionale, già organizzate in forma sedentaria e con una struttura economica mista, basata su agricoltura, allevamento e sullo sfruttamento parziale delle risorse naturali.
Nel materano si hanno testimonianze di tombe in cassa litica o a fossa, come quelle rinvenute a Murgia Timone, Pomarico e Parco dei Monaci, rilevanti per il consistente corredo di armi in metallo rinvenuto al loro interno. Successivamente, si assiste ad una progressiva eliminazione delle armi dai corredi e ad un aumento di oggetti di ornamento “esotici”. Per quanto riguarda l’assetto insediativo si assiste alla diminuzione del numero di insediamenti e all’aumentare della loro estensione. Si afferma, inoltre, una rete relativamente stabile di contatti trasmarini su lunga distanza che determinano un ingresso nella vita delle comunità locali di manufatti, modi di vita e tecnologie con caratteristiche ben differenti. L’indizio principale è costituito dalla ceramica fatta al tornio di imitazione micenea che viene ora prodotta localmente.
I PIANO: Collezione Rizzon – Ridola – Etnografica
La Collezione Rizzon, ospitata presso la sede Ridola dei Musei nazionali di Matera, comprende una straordinaria selezione di esemplari italioti dalla decorazione complessa ed originale. La collezione si configura come un ricco e vario campionario delle principali creazioni ceramiche realizzate nelle colonie greche del golfo ionico in circa un secolo e mezzo di fervore produttivo. Gli esemplari più antichi sono i vasi di produzione lucana, fabbricati a partire dal 440-430 a.C. dal pittore di Pisticci, cui seguono quelli dei pittori di Άmykos, Dolone e altri ancora operanti tra la fine del V e il IV sec. a.C. Infine, nella stessa collezione sono attestati anche numerosi vasi di produzione apula provenienti da officine ceramiche di eccellente qualità artistica, attive tra il 390 e il 300 a.C., in cui operavano ceramografi noti come i Pittori di: Tarporley, Ilioupersis, Varrese, Dario, Patera, Baltimora e Sàkkos Bianco.
Il rapporto tra Greci e popolazioni locale preesistente ha avuto modalità e soluzioni differenti e non è stato sempre pacifico. Ne è testimonianza la distruzione violenta del sito dell'Incoronata (che coincide con la fondazione della colonia di Metaponto), nel quale si osserva un progressivo aumento dei materiali ceramici di tipo coloniale, come contenitori per il trasporto o le forme per l'uso domestico e il consumo rituale del vino. I segni del cambiamento sono riconoscibili anche nell’adozione di particolari stili di vita, nell’esibizione di preziosi oggetti da parata e di alcuni materiali di particolare pregio, come gli avori. da un lato la cultura delle popolazioni indigene gradualmente si appropria delle innovazioni tecniche dell’artigianato coloniale, dall’altro i coloni greci hanno opportunamente valorizzato le tradizioni locali. In questo quadro, importante è stato il ruolo di collante svolto dalle donne e dalle élites locali.
La collezione etnografica contiene più di 400 oggetti, prevalentemente in legno intagliato, che documentano l'"arte dei pastori materani" e la cultura materiale della capitale della civiltà contadina.
La collezione, cresciuta nel corso degli anni, deriva da un primo nucleo di oggetti raccolti con spirito positivista da Domenico Ridola nel territorio materano, poi confluiti insieme ai reperti archeologici e naturalistici nel museo Domenico Ridola, inaugurato nel 1911, oggi sede dei Musei nazionali di Matera.
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