Orari di apertura: Lun-Dom 9.00-20.00
Il maestro delle tempere francescane deve il suo nome a quattro rare tempere su tela, realizzate su commissione del re Roberto d’Angiò nel 1336 e destinate, probabilmente, alla Basilica di Santa Chiara di Napoli.
Si tratta di un artista vicino ai circoli francescani dissidenti, pauperisti strettamente legati a Sancha di Minorca moglie di Roberto e sorella di Filippo. L’artista, di una generazione più anziano di Giotto, ma attivo già nei suoi primi cantieri napoletani, si fece portatore e divulgatore delle straordinarie novità della pittura giottesca. A Matera nella chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve, l’esistenza di un eccellente brano di ‘Testa di Santo’, sopravvissuto ad una successiva redazione decorativa, attesta la presenza sul territorio del pittore.